3 suggerimenti per la recita di Natale

    recita di natale scuola primaria
    Dopo due anni di pandemia è finalmente possibile organizzare la recita di Natale con i tuoi alunni, farli andare in scena tutti insieme senza distanziamento e mascherina, far entrare i genitori nella scuola per festeggiare tutti insieme.

    Ogni situazione è unica per numero e caratteristiche dei bambini, dimensione degli spazi disponibili e mille altre varianti, ma io ti propongo 3 suggerimenti di carattere generale che possono aiutarti a rendere la tua recita di Natale un momento piacevole per tutti.

    Dove, se non a scuola,
    si può fare teatro non per fare la gloria del teatro,
    ma per ritrovare quel che negli ultimi decenni è stato perduto:
    la coralità, il senso di comunità, di collaborazione?

    1) Alla recita di Natale, meno è meglio

    Una regola valida sempre, che io consiglio di scolpirsi bene in mente, è che una recita bella non è sinonimo di complessa. Anzi. Spesso semplificare è la soluzione migliore.
    Lo saprai benissimo anche tu:
    • il tempo per preparare tutto è sempre poco
    • anche il tempo disponibile per fare le prove con i bambini è sempre scarso

    Non ha senso progettare in grande, se non si hanno il tempo e le risorse necessari. Molto meglio è lavorare a partire dalla situazione reale che abbiamo davanti, cercando di valorizzare quel che si ha e non tentando di strafare.

    Quindi semplifica il più possibile, in termini di:

    • vestiti/costumi/accessori. Non è la sfilata di Armani. Come minimo, ogni oggetto/vestito deve poter essere indossato dai bambini in totale autonomia e non che sia così complicato da aver bisogno che un adulto lo allacci/lo sistemi.
    • Battute/canzoni/entrate e uscite di scena. Non è la prima della Scala. Non è necessario un copione chilometrico con 50 canzoni e monologhi di dieci minuti l’uno (a proposito, hai già letto il mio articolo sulla consegna del copione?)
    • Durata. Uno spettacolo non è più bello quanto più dura. Spesso, anzi, è l’esatto contrario. Meglio una recita di quindici minuti davvero significativa e nella quale i bambini sanno cosa fare/dire, piuttosto che una recita di un’ora e mezza dove nessuno sa la propria parte e gli stessi concetti vengono ripetuti infinite volte.

    2) La recita di Natale non è la notte degli Oscar

     
    Lo so, tutti ci tengono a fare bene. E so anche che molti bambini non sono abituati ad esibirsi davanti a un pubblico e si agitano facilmente.

    Cerca innanzitutto di non essere troppo preoccupata tu e di conseguenza di non trasmettere la preoccupazione ai bambini. Ricorda a loro e a te stessa che è non la notte degli Oscar, ma nemmeno le audizioni di X Factor e neanche l’esame di Stato: è prima di tutto un momento di condivisione tra la classe e le famiglie, un’occasione per raccogliersi, per riscoprire il valore dello stare insieme.

    Tutto il resto è secondario.

    3) Alla recita scolastica, c’è un momento per ciascuno

     
    Una cosa che faccio sempre quando mi trovo a dirigere uno spettacolo scolastico, al momento finale degli inchini e degli applausi, è chiamare per nome ciascun bambino.
     
    Penso sia importante per ciascun bambino sentire il proprio nome a prescindere da ciò che ha fatto o meno durante lo spettacolo, da quante battute aveva o non aveva, quanti errori può aver commesso, se è andato in confusione per l’emozione oppure è riuscito a rimanere concentrato.

    E che per il pubblico sia importante saper dare un nome a tutti i bambini che hanno partecipato alla recita, e non soltanto al proprio bambino. Il teatro non si fa soltanto per e con chi si conosce, i propri figli, i propri genitori.

    Il teatro lo si fa tutti insieme, per tutti.