3 falsi miti in un progetto di teatro per la scuola primaria

    progetto di teatro per la scuola primaria

    Hai deciso di realizzare un progetto di teatro nella scuola primaria dove lavori, con i tuoi alunni? Ottima idea.

    Fai però attenzione a non cadere nella trappola del “bisogna per forza fare così”: alcune convinzioni apparentemente granitiche potrebbero frenare il tuo entusiasmo e la realizzazione del tuo progetto, ma in realtà sono soltanto consuetudini, non regole ferree.

    Anzi, si può e si deve metterle in discussione, per far sì che il tuo progetto teatrale risponda pienamente alla specificità della tua scuola e alle esigenze dei tuoi alunni.

    A teatro qualsiasi regola
    si può cambiare, infrangere, mettere sottosopra.
    Sono il “come” e il “perché” lo fai
    a fare tutta la differenza.

    1)PROGETTO DI TEATRO = FARE UNO SPETTACOLO

    Falso.

    Un progetto di teatro è una cosa, uno spettacolo teatrale è un’altra.
    Per progetto teatrale io intendo prima di tutto un ciclo di appuntamenti a cadenza regolare dove i bambini possano esplorare le proprie potenzialità espressive, artistiche e relazionali.
    Certo, molti progetti teatrali nella scuola primaria si concludono poi con una messa in scena finale, ma non è per forza necessario, anzi.
     
    L’eventuale spettacolo conclusivo può essere importante come momento di chiusura dell’esperienza, ma non è la parte più importante del progetto teatrale. La parte più importante è invece il processo stesso, il tempo dove i bambini possono sperimentare la propria espressività liberamente, senza la prospettiva di dover produrre un risultato, senza l’ansia dello spettacolo da fare.
     
    Molte volte ho visto progetti di teatro per la scuola primaria trasformarsi in spettacolifici esclusivamente finalizzati alla messa in scena finale, dove ogni incontro era una corsa contro il tempo per imparare a memoria le battute, provare le scene… e il tempo per il gioco teatrale, l’esplorazione di sé e delle proprie emozioni era praticamente annullato.
    Questo, per me, NON è un buon progetto di teatro per la scuola primaria.
     
    Lo spettacolo finale può essere una conclusione possibile del progetto teatrale, ma:

    • è una possibilità, non un passaggio obbligatorio
    • è solo una parte del progetto, non deve prendere tutto il tempo dedicato al laboratorio

    Si può scegliere
    di non fare nessuno spettacolo finale.
    Si può scegliere di fare uno spettacolo finale ma in una forma molto semplice, una piccola dimostrazione, non un kolossal esageratamente impegnativo.
     
    E non importa se “si è sempre fatto così”: un progetto di teatro nella scuola primaria deve essere funzionale e utile a te, alla classe, ai bambini. È il progetto che deve adattarsi alle vostre esigenze, non il contrario.

    2) SI PUÓ FARE TEATRO SOLO IN UN TEATRO

    Falso. Assolutamente falso.

    Uno dei falsi sul teatro più tenaci da sfatare è quello che riguarda lo spazio fisico; secondo molte persone, teatro = edificio teatrale.
    Secondo questo ragionamento non si può quindi fare teatro senza una sala attrezzata, un palcoscenico, un sipario, le quinte, i microfoni, e qualsiasi rappresentazione che non abbia tutto questo armamentario tecnico non può chiamarsi teatro. Davvero?
     
    Assolutamente falso. Teatro si può fare ovunque, ovunque ci sia qualcuno che dona qualcosa di sé e qualcuno pronto ad ascoltare.
    Peter Brook – uno dei più grandi registi teatrali del ‘900, recentemente scomparso – lo diceva con queste parole:
     
    “Posso prendere un qualsiasi spazio vuoto
    e chiamarlo palcoscenico vuoto.
    Un uomo attraversa questo spazio vuoto
    mentre qualcun altro lo guarda,
    e questo è tutto ciò di cui ho bisogno perché si inizi un atto teatrale”.
     
    Questo è ancora più vero quando si tratta di fare un progetto di teatro nella scuola primaria dove, lo sai meglio di me, una sala dedicata al teatro non c’è praticamente mai.
    Ma non è la sala teatrale più bella del mondo a rendere bello e significativo un evento teatrale.
    Il teatro è prima di tutto le persone che lo fanno, che lo creano, lo ascoltano, lo guardano.
     
    Si può fare teatro in un giardino, in un cortile.
    Si può fare teatro in classe, nell’atrio, nella sala mensa.
    Si può fare teatro ovunque e farlo bene, specie se si utilizza lo spazio a disposizione come una risorsa e non come un ostacolo, se si usano le sue particolarità come uno stimolo.
     
    • Siamo in una stanza-magazzino, con tavoli e sedie accatastati lungo i muri? Bene, inventiamo una scena in cui vengono utilizzati come nascondigli.
    • Siamo in un giardino? Utilizziamo i suoni ambientali che ci circondano per dei giochi teatrali basati sull’ascolto dei rumori circostanti.
    • Siamo in una stanza molto piccola? Lavoriamo su questa caratteristica proponendo dei giochi teatrali sulla gestione dello spazio.
     
    Quello che consiglio sempre, in un progetto di teatro per la scuola primaria, è di lavorare sulla realtà: non serve a niente lamentarsi di quello che vorremmo avere (vorremmo una sala teatrale perfetta, vorremmo un salone più grande…). Lavoriamo su quello che c’è, con quello che c’è, sfruttando al massimo ciò che c’è.
     
    Il teatro è un’arte antica quanto l’uomo, nata quando non esistevano l’elettricità, i microfoni o i sipari di velluto rosso. Il teatro ha nella povertà di mezzi il suo punto di forza, perché è nella semplicità che emerge il suo strumento più importante, l’unico davvero necessario: le persone con la loro presenza e attenzione, il loro corpo e la loro voce.
    Tutto il resto può certamente essere utile, ma non è strettamente necessario.
     

    3)IL COPIONE È LA COSA PIÚ IMPORTANTE DI TUTTE

    Falso, falsissimo.

    Quando si parla di un progetto di teatro nella scuola primaria, il copione è un chiodo fisso di tutti, sia dei genitori sia dei bambini, sia degli stessi insegnanti che hanno ideato l’iniziativa.
     
    Anche ammettendo che al termine di un progetto di laboratorio teatrale si metta in scena uno spettacolo conclusivo (e lo abbiamo visto poco sopra, non è assolutamente obbligatorio),
    il copione non è così fondamentale. Il copione non è la Pietra Filosofale.
    A patto ovviamente di lavorare bene durante il percorso.
     
    Il copione ideale:
     
    • È BREVE. Non esiste e non può esistere una regola standard, ma la lunghezza di un copione varia in base al tipo di spettacolo e soprattutto in base al tempo a disposizione. Non ha senso progettare uno spettacolo di 60 minuti quando hai a disposizione pochi incontri per prepararlo.

      Come regola generale è sempre meglio uno spettacolo breve di cui bambini hanno la padronanza perché hanno avuto il tempo di memorizzarlo con calma, piuttosto che uno spettacolo lunghissimo dove i bambini sono chiaramente titubanti.

       
    • CONTIENE SCENE CHE I BAMBINI CONOSCONO GIÀ, che hanno già provato durante il percorso e su cui si è già lavorato insieme durante gli incontri di laboratorio teatrale. Ci può essere qualche pezzetto nuovo – magari di collegamento tra una scena e l’altra -, ma ti sconsiglio di consegnare un copione pieno di scene mai viste né provate.
     
    Così facendo, il copione cambia la sua funzione e da fulcro di tutta l’attenzione diventa un semplice supporto alla memorizzazione, ma soprattutto acquista la valenza di oggetto simbolico: ricevendolo, ogni bambino si assume una responsabilità nei confronti del gruppo e di se stesso, impegnandosi a fondo per la riuscita dello spettacolo.
     
    Ecco perché nei miei percorsi di teatro nella scuola primaria i copioni arrivano piuttosto tardi: perché prima proviamo e riproviamo, in modo che il copione non crei stress o panico (“devo imparare 100 battute a memoria!”), ma sia semplicemente un promemoria di cose già rodate.

    Di questo e di altre cose ho già parlato in un altro articolo tutto dedicato al copione, che puoi leggere qui.

     
    In questi ultimi 2 anni ho dovuto cambiare molte cose a causa del Covid, ma questo approccio al copione non l’ho assolutamente modificato. E gli spettacoli hanno sempre funzionato benissimo. Meno ansia da prestazione, più energie per impegnarsi e divertirsi sulla scena.
     
    Perché alla fine un progetto di teatro nella scuola di teatro dovrebbe essere questo: un momento per esplorare le emozioni e le relazioni, non lo sfoggio di mezzi e virtuosismi.